mercoledì 11 maggio 2011

Rhys Chatham Guitar Trio

Islington Mill – Salford – Manchester 22 Marzo
Approda nel piccolo club mancuniano uno dei padri della seconda generazione del Minimalismo Newyorkese; ovviamente l’attesa è tanta e la sala oltremodo piccola per ospitare tutti i cultori di Chatham, che per l’occasione porta sul palco la piu’ seminale delle sue composizioni:il famoso ‘Guitar Trio”, opera che tra l’altro verrà costantemente riproposta lungo tutto l'arco della sua carriera. Datato 1977 il “Guitar Trio” nacque dall’incontro tra la musica punk, Ramones in testa, da cui Chatam rimase letteralmente folgorato, e le elucubrazioni minimaliste del nostro.

La composizione non è nient’altro che una nota sola suonata, nel caso dell’esibizione mancuniana, insieme ad altri otto chitarristi, un bassista e un batterista.Bisogna dire che questa versione non è quella originale del ’77 della durata di un’ora, ma accorciata a soli otto minuti;Chatam in questa occasione ne suonerà due versioni di cui la seconda “ leggermente” revisionata, soprattutto nella parte finale dove il flusso sonoro risulterà essere di un’ intensità estatica totalizzante. C’è ancora tempo per una terza piece e Rhys decide di suonare/dirigere un brano composto dal suo caro amico Tony Conrad; il punto di partenza è sempre lo stesso, e forse questa è l’unica cosa che “tranquillizza” il folto pubblico, perchè dal momento in cui tutti i musicisti entrano con il loro strumento si viene a creare un’onda costante che fa crollare il muro tra pubblico e artista, con Chatam che scende in mezzo al pubblico e si inginocchia

rivolto ai suoi compagni d’arme quasi a ringraziare loro,per essere i veri compositori del brano, di questa serata che resterà impressa nella memoria del sottoscritto come l’ascolto dei dieci dischi più importanti degli ultimi trent’anni…in un’ora. 
(Blow Up Maggio 2011)

James Blake

Band On The Wall – Manchester  26 Marzo
Seconda tappa a Manchester (il primo live del 26 febbraio è andato sold out appena tre ore dopo la messa in vendita dei biglietti) per il talento londinese James Blake. L’esibizione è fissata per le 16.00 del sabato pomeriggio, orario inconsueto per un concerto, ma si ha comunque l’impressione che sia un momento della giornata che calzi a pennello per il giovane talento. Seduto quasi goffamente dietro le sue tastiere, accompagnato da batteria, chitarra e sampler,il nostro ripercorre il suo primo album acclamato da critica e soprattutto pubblico, accorso numeroso anche per questa seconda data mancuniana del tour promozionale.

Ibrido di dubstep sperimentale, lo-fi ed elettronica con una propensione ancora più “intima” dal vivo, mostra nei suoi testi tutta la sua vulnerabilità, la passione e la sensibilità che caratterizzano le sue composizioni,affreschi di una quotidianità semplice eppure complessa nella musica; il Band On The Wall risulterà essere la cornice ideale, grazie a un’acustica perfetta: non troppo grande in modo che i suoni non si disperdano e non troppo piccola per finire in un muro di suoni distorti.

Si possono trovare molte similitudini con i concittadini Mount Kimbie nella versione live, ma la differenza la fa la grande sensibilità e quell’atteggiamento da bambino timido che lo contraddistingue nell’esecuzione dei brani, da un suono meno elaborato e più diretto,  soprattutto nell’uso della voce che non richiede il minimo sforzo da parte di Blake ( su tutte la cover di Joni Mitchell “Case Of You” suonata al pianoforte e “I Never Learnt To Share”). C’è ancora tempo per “Limit To Your Love”.  Forse un concerto troppo corto per riuscire a “testare live” le vere capacità di James Blake, con un futuro ancora tutto da scrivere e un presente, a detta della BBC, che pone l’artista tra i migliori talenti di questo 2011!!
(Blow Up Maggio 2011)

Josh T. Pearson

The Deaf Institute – Manchester 27 Marzo
È più per curiosità audiofila (non sono un intenditore di folk americano) che mi dirigo al Deaf Institute per assistere a quello che, sulla carta, appare uno dei live più intimi e comunicativi a cui potrò assistere. Per l’occasione la sala è stipata all’inverosimile, Josh sale sul palco e subito si alza un boato tra gli astanti al rito, seguito da uno splendido coro: “ Happy Birthday to you”… è anche il giorno del suo compleanno, Josh è commosso dalla partecipazione straordinaria, e con mio enorme stupore scopro che è di una loquacità incredibile; per tutto il live, tra un brano e l’altro ci intratterrà con storielle, battute e barzellette, e ci sorprende con la prima canzone che è la cover di “Rivers of Babylon” dei Boney M!!! tra l’altro in una versione mozzafiato.

I presupposti ci sono tutti per rendere questa serata indimenticabile e così si parte con “Country Dumb”; la sala ammutolisce immediatamente, Josh chiude gli occhi e apre il suo cuore, la sua anima; l’immediata impressione è di un uomo consapevole della sua fragilità ma, allo stesso tempo, forte nel saperne parlare e metterla in mostra senza paura. Testimoniare questo live, che va oltre la classica definizione di concerto, è veramente un’esperienza indimenticabile, ed ecco come potrei definire Pearson: una forza della natura, affascinante, affabile e, sembrerà incredibile: felice!!! E il pubblico si stringe attorno a lui canzone dopo canzone, ridendo insieme per le sue battute, ma appena parte un nuovo brano la sala cade in un silenzio indescrivibile, fa propria la disperazione dei testi, lui a occhi chiusi che sussurra, urla di amori infranti, vite disperate  e fallimenti aprendo un varco nei cuori della gente che ammutolita si lascia  avvolgere da quello che noi siamo, anime che solcano un mare che si chiama vita.
 
 La conclusione è dedicata a “Devil’s on the run” piena di magia e cantata in coro dal pubblico tutto e la conferma di Josh : “I know it’s Manchester, but leave your cool at the door will yeah!; ma c’è ancora del tempo per “The Singer to the Crowd” prima dell’ultima battuta  “di lasciare la mancia al bar”; tolta la chitarra Josh scende tra il pubblico, stringe le mani, abbraccia, ascolta e parla con la gente…gli porgo la copia della rivista, la guarda, la sfoglia, accenna a leggere in italiano l’articolo a lui dedicato e mi ringrazia autografandola “ con amore”…ci lasciamo con questo piccolo grande gesto per una di quelle serate che rimarranno per sempre marchiate a fuoco nel cuore e nella mente. The Devil’s on the run, the Devil’s on the run, let’s have some fun. Grazie Josh.
 (Blow Up Maggio 2011)

Killing Joke


Academy2 – Manchester 31Marzo

Un’attesa lunga anni, questo è il primo pensiero che mi passa per la mente mentre salgo i gradini dell’Academy questa sera, finalmente di nuovo la band al gran completo con la formazione originale (eccetto Paul Raven deceduto per attacco cardiaco nel 2007)  dai tempi di “Revelations” !

Il secondo è quello della tracklist, perchè vivisezionare una carriera lunga più di tren’anni porterà, forse, a qualche piccola delusione non potendo ascoltare live almeno uno dei tanti brani che ho amato nel corso del tempo. In effetti la scaletta non presenta grandi sorprese, le aspettative vengono mantenute e Jaz, Geordie, Paul e Youth riescono a creare quell’incredibile alchimia che fa brillare, come se fossero diamanti, brani passati alla storia (Wardance, The Wait – straordinaria, The Fall Of Because) con quella rabbia che li ha contraddistinti e che li ha preservati dal passare del tempo.

La stessa cosa accade guardando Jaz, un front man che sembra non essere stato scalfito dall’incedere degli anni, con quello sguardo a occhi sbarrati che si alzano al cielo nel momento in cui parte “The Raven King” il brano dedicato non alla persona di Paul Raven, ma alla sua rabbia, alla sua idea di anarchia, che potesse esistere una confederazione di uomini simili a lui. Nella scaletta lo spazio maggiore lo prendono i brani dall’ultimo, splendido album “Absolute Dissent”, su tutti quella locomotiva sferragliante lanciata verso il baratro :“The Great Cull”; Jaz è un fautore del concetto di sostenibilità ambientale e ha investito nella creazione di due eco-villaggi nel sud del Pacifico e in Cile. La sala apprezza e canta in coro, nelle prime file “headbangers” ( c’era anche qualcuno che superava i 50!!!) si danno battaglia in un rituale che sembra non avere tempo. Ancora una volta Jaz & Co. lasciano un pubblico soddisfatto nella speranza che il tempo preservi la band allo stato attuale dove la grinta, la rabbia e l’energia dopo più di trent’anni dagli esordi sono vive più che mai… senza temere nè Dio nè padroni!!

“We’re an army, a network, a brotherhood”…  
(Blow Up Maggio 2011) 

Earth


Islington Mill – Salford – Manchester 02 Aprile
Un’autostrada nel deserto: con queste due parole si potrebbe riassumere il live degli Earth, creatura basata sul suono infinito, dilatato e atmosferico, da un uso importante dei silenzi e delle pause. La vera novità è quella di portare in tour il loro ultimo album “Angels Of Darkness…” supportati da Lori Goldston (che registrò con i Nirvana il famosissimo “MTV Unplugged” e collaborò anche con David Byrne) al violoncello, presente peraltro all’interno della registrazione. Il suono diventa immediatamente meno corposo, dando un taglio decisamente più astratto ed etereo;

il violoncello è straziante, soprattutto nella versione live della title track dell’ultimo album, l’impressione è che il viaggio a cui siamo stati chiamati a partecipare non abbia un inizio e una fine: tutto sembra immobile, statico, pronto a cadere, ma così non è… In questa soundtrack in slow motion, dove la lentezza diventa ipnosi, dilatazione sensoriale dove le note si trasformano quasi in una sostanza proibita, Dylan Carlson ci dà un’ idea, ma sta a noi trovare la strada tra suoni evaporati, dove basso e batteria creano delle cadenze atte a rallentare/fermare il corso della vita, con un violoncello magico che ci fa scivolare lungo sentieri misteriosi ben lontani dalle vibrazioni Drone-Metal dei classici degli anni ’90 “Earth” e “Pentastar”.L’impressione è che il nuovo cammino (“Angels Of Darkness…part.2” uscirà nel 2012, originariamente previsto a settembre 2011 è “slittato” per problemi con la Southern Lord, label di Sunn O))) fama) intrapreso dalla band con un suono più snello, ma sempre vibrante e notturno, apra a scenari inaspettati con dialoghi chitarra/violoncello che sembrano quasi rincorrersi in fraseggi jazz (l’influenza che hanno avuto i  Pentagle e i Fairport Convention su Dylan è riconosciuta), che nella dimensione live hanno soddisfatto appieno l’appetito dei seguaci degli Earth.  
(BLow Up Maggio 2011)