domenica 12 giugno 2011

Skullflower + Werewolf Jerusalem


Kraak Gallery – Manchester 16 Aprile
Raramente serate noise-rock riescono a raggiungere un livello così alto di rapimento e di ebbrezza come quella che si è tenuta alla Kraak Gallery lo scorso 16 aprile.Sul palco una delle figure chiave della scena noise-industrial britannica: Matthew Bowen e i suoi Skullflower si presentano con una formazione prettamente rock: basso, chitarra, batteria e voce (leggi urli…).

Da subito abbiamo tutti la certezza che i rimanenti trenta minuti saranno un viaggio nella notte più oscura dove il drumming primitivo, la chitarra con i suoi feedback e la voce, un lamento che naufraga in un magma drone –noise monolitico, resteranno impressi come una delle rappresentazioni più cruente della vita quotidiana, dove la velocità di esecuzione e l’alienazione rumoristicalasciano poco spazio a immaginari diversi da quelli di ossessioni, morte e devianza. È un live-esperienza dove o prendi o lasci, non ci sono vie di mezzo, non ci sono pause o un tentativo della band di avere un qualche rapporto “umano” con gli spettatori (Matthew e la vocalist sempre di spalle); le due suite si susseguono tra inquietudini alienanti saturando l’ambiente di un suono metallico che ti fa precipitare tra le fiamme di un inferno quasi estatico, ma non c’è tempo per ripensamenti perchè nel massimo momento di catarsi sonora tutto si spegne, Matthew stacca il jack dalla chitarra e tu rimani senza parole, senza la forza di applaudire, sconcertato da questo viaggio su una locomotiva che si schianta contro un muro: "Non c'è belva tanto feroce che non abbia un briciolo di pietà. Ma io non ne ho alcuna, quindi non sono una belva."(William Shakespare). Riprendiamo possesso delle nostre facoltà mentali ed ecco apparire Richard Ramirez e la sua creatura Werewolf Jerusalem; anche qua il discorso potrebbe essere uguale con l’unica differenza che il nostro aggiunge al suo live una matrice più dark-doom con delle texture decisamente più statiche dove però l’unico brano proposto da Richard si rivela essere un collage delle svariate sfaccettaure dei suoi modi espressivi (Ramirez, l’uomo dai mille moniker: Black Leather Jesus, Last Rape, Vice Wears Black Hose, Lingula, Priest in Shit…) harsh dalle frequenze ultrabasse, frattura del suono, ondate black metal, in una sorta di necrologio finale del genere umano trasmesso alle generazioni future, il tutto utilizzando solo loop a pedali ed effetti per chitarra per dare questa sensazione di essere sotto un bombardamento, e mentre senti il fischio delle bombe che cadono…speri che la prossima non sia quella che ti colpirà…Forse l’unica critica a questa serata è la brevita dei due live (trenta minuti ciascuno) vista la sterminata produzione sia di Werewolf Jerusalem che degli Skullflower: lasciano quel gusto di incompiuto, quasi di oblio, dove non c’è una rotta da seguire, ognuno di noi abbandonato al suo destino e ai suoi incubi…Goodnight.
(Blow Up - Giugno 2011)

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